Lo storytelling.
Di recente molti organi di informazione, in maniera forse imprecisa, hanno annunciato al mondo “cum gaudio magno” l’approvazione degli ETF spot su ETH.
Partiamo da un importante dato di fondo: ad oggi non è stato approvato dalla SEC alcun ETF spot su ETH.
Ma l’onda informativa trascina con se imprecisioni, generalizzazioni, assenza di profondità. Ciò che è necessario cavalcare è, prima di tutto la notizia che scateni le folle di sostenitori e la magica leva sugli investimenti. Non è importante se questi sappiano cosa sia un ETF, lo staking, FIT21, i parlamentari Tom Emmer o Josh Gottheimer. L’importante è urlare al mondo che l’universo crypto ha ancora una volta vinto.
In questo schizofrenico modo di agitare le masse, chi ci guadagna di più sono prima di tutto gli exchange crypto che rilanciano la notizia in maniera imprecisa al fine di attirare a se stuoli di nuovi o vecchi compratori. E naturalmente i “consulenti” per fantomatici investimenti.
Seguono gli organi di stampa crypto apparentemente specializzati così da catturare nuovi proseliti. E poi arrivano gli organi di stampa tradizionali che, basandosi su quelli specializzati, si fidano incautamente, riportando la notizia “as is”, senza ulteriori approfondimenti.
Da questo circolo mediatico si salvano diversi siti internet meno conosciuti che offrono una analisi tecnica più precisa, anche se occorre sempre unire i puntini per riuscire ad avere una panoramica più ampia.
Leggere attraverso le linee non è commercialmente interessante in un’epoca di reel, short, promo pubblicitari ed eventi crypto a pagamento ed è probaile che pochi lettori siano arrivati sino a qua.
Per chi resiste invece, ecco il quadro della situazione.
La presunta approvazione degli ETF Spot su ETH.
Giovedì 23 maggio la SEC (sulla base della sezione 19b1 e 19b4 del Securities Exhange Act del 1934), ha approvato le richieste di modifica relative al listing di 8 diversi ETF Spot su Ethereum. Le richieste di modifica, quindi, non coincidono nella richiesta di approvazione degli ETF Spot. Esse attengono invece alle caratteristiche strutturali che devono avere tali ETF per poi essere successivamente approvati, al fine di ridurre le potenziali manipolazioni del mercato. Il provvedimento di approvazione, disponibile qui , è estremamente articolato e rappresenta un documento di sicuro interesse per chi si occupa di FinTech, poiché coniuga tematiche finanziarie e di correlazione con il Chicago Mercantile Exchange (CME), gli emittenti degli ETF spot su ETH, le criticità sottese al “proof-of-stake” e ai rischi dello “staking”.
La correlazione con il CME.
La ragione tecnica è probabilmente da ricercare nella correlazione tra i dati relativi all’andamento degli ETF spot su ETH in determinati mercati (analizzati negli ultimi 2 anni e mezzo) e quelli relativi all’andamento dei Futures CME su Ethereum. Una correlazione rilevante posto che sovrapponendo l’andamento nei differenti mercati emergono similitudini di andamento uguali per una percentuale tra l’86,4% e il 98,4% in un intervallo di un’ora (sono state effettuate correlazioni anche su intervalli di un minuto e di cinque minuti sempre con ottimi risultati).
La rinuncia allo staking.
Un’altra ragione tecnica che ha spinto la SEC ad approvare e ad autorizzare il listing, consiste nella rinuncia, da parte degli emittenti, allo staking.
Nel form 19b-4 di Black Rock (ad esempio), si precisa quanto segue:
“Neither the Trust, nor the Sponsor, nor the Ether Custodian […] nor any other person associated with the Trust will, directly or indirectly, engage in action where any portion of the Trust’s ETH becomes subject to the Ethereum proof-of-stake validation or is used to earn additional ETH or generate income or other earnings”
Il provvedimento apre la strada al listing, presso il NYSE Arca, di Grayscale Ethereum Trust e di Bitwise Ethereum ETF; presso il Nasdaq di iShares Ethereum Trust; e presso il CBOE BZX del VanEck Ethereum Trust, dell’ ARK 21Shares Ethereum ETF, di Invesco Galaxy Ethereum ETF, di Fidelity Ethereum Fund e del Franklin Ethereum ETF.
A questo punto, ciascuno di questi Trust, se vorranno vedere approvati i loro ET Spot su ETH, dovranno compilare il form S-1, sottometterlo alla SEC e attendere la sua approvazione.
Ma quali sono le ragioni di merito che stanno dietro questo repentino cambio di orizzonte della SEC?
Diverse sono le motivazioni e fortunatamente sono tutte politiche:
- a) Innanzitutto le imminenti elezioni presidenziali negli Stati Uniti. Il mondo crypto è portatore di voti e nessuno dei due candidati (più Trump che Biden a dir la verità) vuole rinunciare alla buzzword del momento. Il che porta una evidente pressione sulla SEC.
- b) Poi abbiamo la pressione dei parlamentari statunitensi. Il 22 maggio 2024, i parlamentari Glenn Thompson e Patrick Mc Henry (rispettivamente Presidenti delle Commissioni agricoltura e finanza), hanno scritto direttamente al capo della SEC, Gary Gensler, invitandolo ad un approccio equitativo in merito alla approvazione degli ETF Spot su ETH, basandosi sulla precedente approvazione degli ETF Spot su BTC e hanno chiesto a Gensler di tenere in considerazione la lettera (già inviata alla SEC nel marzo scorso) da un gruppo di parlamentari, tra cui il Repubblicano Tom Emmer (rappresentante dei repubblicani al Senato e terza carica del parlamento americano) e il democratico Josh Gottheimer. La lettera è disponibile qui
- c) Il 10 maggio 2024 la House Committee on Rules (in sostanza la Commissione del Parlamento Statunitense che stabilisce le regole per avviare l’iter di approvazione delle leggi), ha avviato il processo di approvazione di un importantissimo atto legislativo in materia di innovazione digitale: il Financial Innovation and Technology for the 21st Century Act (noto anche come “FIT21”). La norma intende regolamentare in maniera completa il mondo delle cripto con particolare attenzione alle stablecoin e ad altre tematiche non trattate nell’Europeo MiCAR. Questa norma sembrerebbe dettare le leggi alla SEC (peraltro non ringraziata nel comunicato stampa) e fa seguito alle diverse indicazioni del legislatore tese a limitare l’eccesso di iniziativa di Gary Gensler.
Update al 30 maggio 2024: l’emendamento al modello S-1 di Black Rock
E’ notizia del 30 maggio che Black Rock ha presentato una nuova versione del modulo S-1 (il form necessario per richiedere l’approvazione di uno specifico ETF Spot, l’iShares Ethereum Trust). Il form emendato è disponibile qui.
Dal form emendato emerge un “Seed Capital Investor” che avrebbe investito 10 milioni di dollari nel Trust con redeem in cash o ether.
Questo update incrementa le possibilità di una approvazione dell’ETF Sport su ETH entro giugno ed è una importante notizia per tutto il mercato di riferimento.
La conclusione: la Finanza è politica.
Abbiamo letto molte e diverse interpretazioni ed anche qui, è importante unire i puntini per giungere ad una conclusione di fondo essenziale: il regolatore non è il legislatore. Una banalità che spesso però sfugge a molti osservatori del settore i quali tendono a seguire gli orientamenti (spesso ondivaghi) dei vari regolatori nel mondo e dei loro “centri studi”.
Convegni, congressi, articoli, tutti spesso adagiati, per usare un eufemismo sul parere del regolatore. Eppure non c’è niente di più evolutivo e “politico” della finanza e del FinTech.
Il mondo della finanza dovrebbe seguire l’evoluzione dell’uomo, della tecnologia, della società e dei sottili meccanismi che li uniscono e li correlano. Pensare di relegare (o peggio delegare) al regolatore il delicato compito di regolamentare il mondo della finanza attraverso iniziative, dichiarazioni, esternazioni, senza una adeguata base legislativa, è estremamente rischioso e fuorviante.
Significa sostituire il potere della ragione con il potere in quanto tale. Significa non poter discutere e non poter adeguare ad un dato momento storico la “regola”. L’automatismo dell’uomo è spesso e volentieri più pericoloso di quello dell’algoritmo.
Ed allora, in questo contesto, è necessario ridare un vero potere alla politica, ai parlamenti, al legislatore, evitando, per quanto possibile, di relegare la redazione di tali norme a ristrettissime commissioni di pochi eletti senza un adeguato confronto parlamentare.
La stabilità dei mercati finanziari e la riduzione (per quanto possibile) dei rischi di manipolazione del mercato rappresentano i due pilastri su cui il sistema legislativo deve basarsi, unitamente al terzo e quarto pilastro: la libertà di fare impresa e l’innovazione tecnologica.