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Sui libertariani, il medioevo e i check&balances: il caso Elon Musk vs Delaware

Il giorno di San Valentino il nostro eroe Elon Musk ha annunciato al mondo, tramite il suo X, che avrebbe spostato la sede legale della sua SpaceX dal Delaware al Texas, avvisando tutte le società che hanno sede li, di spostare la loro sede non appena possibile.
Spostare un colosso da 180 billion di valutazione non è indolore, ed è certamente la dimostrazione del peso economico e della “leverage” che hanno aziende come quella di Musk nei confronti di Stati e Municipalità.
Il motivo? Un Giudice di una Corte del Delaware ha ritenuto inadeguato il compensation package di Musk, di fatto mettendo a rischio un patrimonio personale per circa 51 billion.
Non che cambi molto per Musk, posto che rimarrebbe (il condizionale è d’obbligo visto che comunque la sentenza è ancora appellabile), al terzo posto nella classifica dei più ricchi del mondo, ma abbastanza per fargli decidere di cambiare Stato.
In realtà ciò che è accaduto nel Delaware in relazione a questo compensation package è interessante: un multi-miliardario ancora una volta è stato rimesso al suo posto da un sistema democratico composto da authorities (teoricamente indipendenti) e da corti e tribunali.
In realtà il sistema di pesi e contrappesi istituzionali è ben riflesso, in questo caso, anche nel sistema di check & balances societari, visto che il contenzioso nasce da un legittimo diritto di un socio (Richard Tornetta) che 5 anni fa accusò Musk di decidere in maniera arbitraria il suo compensation package, e il consiglio di amministrazione di non avere votato in maniera “indipendente”.
Quanto siano fondate queste accuse non ci è dato saperlo. Così come non siamo certi che sia corretto disturbare il geniale manovratore di una delle più interessanti aziende sul mercato aerospaziale. Molti sostengono che essendo lui l’anima, l’ideatore e lo sviluppatore di un progetto unico nel suo genere, merita di poter fare un po’ quello che vuole con la sua azienda.
Tuttavia le strutture societarie hanno un significato e si portano dietro i loro vantaggi ma anche le loro giuste limitazioni e sistemi di controllo.
Detto ciò Musk, con la sua decisione di spostare un impero trilionario da uno Stato all’altro, chiedendo il consenso degli utenti di X (hanno votato a favore dello spostamento circa l’87% dei partecipanti al sondaggio lanciato dallo stesso Musk online) dimostra ancora una volta che l’intero pianeta sta andando verso una vecchia direzione: un nuovo feudalesimo dove novelli principi forti del loro immenso patrimonio economico tentano di acquisire il controllo di uno se non più stati al fine di avere un loro regno fatto di vassalli, valvassori, valvassini e di servi della gleba che partecipano inconsapevoli ed entusiasti ai sondaggi on-line sui social.
Tutto questo ci dà un interessante spunto di riflessione in merito al rapporto tra nuovi libertari e medioevo.
Possiamo paragonare i nuovi businessman di successo a nuovi principi circondati da uno stuolo di vassalli, valvassori e valvassini (nei panni di membri di vari CdA, o con varie sigle altisonanti come CTO e altre) e da una valanga di entusiasti servi della gleba?
E tutto questo è necessariamente un male?
O meglio: era il medioevo un male o era l’inizio di una rivoluzione culturale, filosofica, economica che doveva necessariamente passare attraverso le viscere dell’inferno?
Le teorie libertarie moderne e il medioevo possono sembrare apparentemente distanti nel tempo e nel contesto storico, ma esistono alcune connessioni e riflessioni interessanti tra di esse.
Le teorie libertarie moderne enfatizzano fortemente la libertà individuale e l’autonomia, spesso criticando l’intervento governativo e sostenendo un’ampia sfera di libertà individuale. Nel medioevo, particolarmente durante il periodo dei liberi comuni e delle città-stato, si sviluppò un concetto simile di libertà individuale, dove i cittadini potevano godere di una certa autonomia rispetto al potere centrale, ad esempio nei loro affari economici e nella gestione interna delle comunità.
Le teorie libertarie contemporanee spesso promuovono il decentramento del potere, la sussidiarietà e l’autogoverno locale come strumenti per limitare l’autorità statale e promuovere la libertà individuale. Nel medioevo, soprattutto in certe parti d’Europa, si svilupparono strutture politiche decentralizzate, come i liberi comuni e le città-stato, dove le comunità locali avevano un alto grado di autonomia e autogoverno, limitando così il potere centrale del sovrano o dei signori feudali.
Le teorie libertarie moderne spesso sostengono l’economia di mercato come uno strumento chiave per promuovere la libertà individuale e la prosperità. Nel medioevo, soprattutto a partire dal XII secolo, si ebbe un notevole sviluppo del commercio e delle attività economiche nelle città europee, che favorì la crescita di un’economia di mercato e una maggiore indipendenza economica per gli individui rispetto ai legami feudali tradizionali.
Alcuni aspetti del pensiero filosofico e giuridico nel medioevo, come il concetto di diritti naturali e la teoria del contratto sociale, possono essere considerati precursori delle idee libertariane moderne. Ad esempio, filosofi e teologi medievali come Tommaso d’Aquino discussero di questioni di giustizia, diritti e autorità politica in modi che potrebbero essere interpretati in chiave libertaria.
Insomma, non è facile dire se il sistema economico globale stia andando o meno nella direzione giusta. E’ però evidente che gli Stati perdono sempre di più potere rispetto alle potenzialità economiche di certe imprese e si sta delineando ritorno allo stato di natura e al bellum omnium contra omnes che ci riporta alla profonda natura egoistica dell’uomo e alle complesse (e in alcuni casi non condivisibili) teorie filosofiche di Thomas Hobbes.
To be continued…