Studio Legale Simbula anche quest’anno presente alla #cryptocoinference, un evento a cui lo Studio partecipa sin dalla sua prima edizione nell’ormai lontano 2018
Due giornate davvero intensi.
Rivedersi dopo anni di distanziamento sociale e riscoprirsi sempre gli stessi appassionati di un tempo.
Stavolta era a Bologna ma la speranza e’ che la prossima sia una summer edition in Sardegna.
Tutto esaurito per il panel legale rappresentato, oltre che dall’Avv. Massimo Simbula, anche dai Colleghi Marco Tullio Giordano (42LawFirm) e Tamara Belardi (esperta MISE sulle politiche Blockchain nazionali)
Davvero bello rivedere le vecchie conoscenze e incontrare i newcomers
Complimenti agli organizzatori e alla bravissima Barbara Carfagna
Qui di seguito un estratto dell’articolo di Alessio Foderi pubblicato su DealFlower
Doppia velocità
Se la questione centrale è quella della regolamentazione, il vero fronte caldo più che a Roma è a Bruxelles. Questo, ovviamente, guardando solo al nostro perimetro, mentre altri mercati vanno molto spediti. Ci sono diverse velocità: l’Europa più lenta rispetto ai competitor internazionali e soprattutto molto asincrona rispetto al ritmo dell’innovazione di un mercato che corre ogni giorno di più. E la MiCa, acronimo che spicca di panel in panel, non convince proprio tutti e soprattutto viene da chiedersi se sia la giusta risposta.
Secondo l’avvocato Andrea Conso, Co-Founder dello studio Annunziata&Conso, un pregio del testo è che “si va a regolamentare tutto a livello internazionale, superando così l’arbitraggio normativo“, ovvero diverse regole nei diversi Stati Membri. “Ma la vulnerabilità più grande della norma è che si assisterà a un fenomeno di bancarizzazione delle criptoattività”. Non solo: “quando il regolamento entrerà in vigore (non prima del 2024, ndr) tutti gli operatori gli operatori di cripto-attività diventeranno simili agli intermediari vigilati. La buona notizia è che c’è tempo per adeguarsi”.
Di altro avviso l’avvocato Massimo Simbula, Board Advisor in Coinbar e Coinlex: “uniformare significa soffocare la competizione fra Stati, si rischia di appiattire tutto e creare una barriere all’ingresso insormontabile. Le startup innovative non sono corporate o banche”, ha detto in un panel dedicato proprio alla regolamentazione. “La bancarizzazione rischia di rendere obsoleto il nostro sistema. Non bisogna dare per scontato che l’approccio regolamentare è il migliore in assoluto. Siamo all’inizio di una fase, soffocarla può essere pericoloso”.
Sulla stessa scia anche Marco Tullio Giordano, Partner di 42 Law Firm: “mettere delle norme stringenti potrebbe frenare lo sviluppo, anche alla luce di grandi mercati come la Cina”, spiega. Anche secondo l’avvocato Tamara Belardi, consulente blockchain al Mise “quella della MiCa non è la giusta direzione”. Si pensi che “il riciclaggio di denaro tramite blockchain è minimo, ma con la regolamentazione si andrebbe applicare una normativa molto stringente, con rischi anche lato privacy”, ha spiegato.