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Startup India: ma è veramente un piano imbattibile?

“E se la tua idea non fosse solo una idea?”

Inizia cosi lo StartupIndia ActionPlan del 2016, qui disponibile, recentemente approvato dal Governo indiano e che lascia decisamente indietro il pur interessante piano per le startup innovative italiano avviato nel 2012 dal Governo Monti e recentemente migliorato dal Governo Renzi.

A ben vedere, tutte le agevolazioni riconosciute in favore delle Startup sono interessanti ma già in qualche modo previste dalla normativa italiana. Vi sono altre agevolazioni invece che in Italia non sarebbero possibili per via dei limiti alla concorrenza posti dalla normativa europea.

In sintesi queste le principali agevolazioni previste dal Governo Indiano in favore delle Startup Innovative e sotto i miei rapidi commenti:

1) Autocertificazione dello status giuridico di Startup Innovativa.

C’è anche in Italia anche se si autocertificano i requisiti richiesti per essere startup innovativa e non lo status in se, ma nella sostanza direi che non cambia molto se non semplificare.

2) Possibilità di registrazione tramite una applicazione mobile senza complicazioni.

Questa è una bella cosa che in Italia non c’è. Ad oggi è ancora piuttosto macchinosa la procedura di registrazione ma sta migliorando.

3) Nessun controllo dell’ispettorato del lavoro per i primi 3 anni.

Questa mi sembra più una incentivazione a sfruttare i collaboratori. In Italia ci sarebbe una corsa a diventare startup inquinando il panorama esistente.

4) Finanziamenti pubblici grazie ai Fondi di Fondi.

Già esistente in Italia come nel caso di Invitalia e, in Sardegna, Il Venture della Regione, per pareggiare gli investimenti privati qualificati.

5) Crediti garantiti in favore di Startup.

Ci sono già in Italia (in particolare nel meridione) anche se particolarmente burocratici.

6) Sconto dell’80% sulle spese legali e amministrative necessarie per la registrazione di brevetti.

Questo è fantastico e dovrebbe essere fatto subito anche in Italia. Ma potrebbe essere considerato un aiuto di Stato secondo le leggi UE.

7) Eliminazione della tassa sui redditi per i primi tre anni.

Fantastico anche se sfido a trovare una startup che faccia reddito nei primi tre anni in Italia. Comunque potrebbe essere considerato un aiuto di Stato secondo le leggi UE.

8) Esenzione dalla tassa sui Capital Gains.

Fantastico ma potrebbe essere considerato un aiuto di Stato secondo le leggi UE.

9) Possibilità di chiusura della società rapidamente in considerazione del nuovo codice sulle procedure fallimentari in India.

Questa invece è una previsione estremamente intelligente e sensata. Molte startup affrontano il delirio della chiusura societaria che comporta costi e responsabilità (anche penali) che francamente sarebbe meglio evitare nelle ipotesi di giovani startuppari che si lanciano nel mercato con le loro idee.

10) Incubatori per supportare le startup in tutto il paese.

Già abbondantemente esistenti anche in Italia.

11) Norme che facilitino la partecipazione delle Startup a bandi pubblici.

Potrebbe essere non legittima come discriminazione rispetto alle aziende tradizionali e censurabile in sede TAR/Consiglio di Stato.

Insomma: non è tutto oro quel che luccica.

Va detto, tuttavia, che l’India è uno straordinario paese e gli indiani sono un popolo numeroso e dotato di straordinarie capacità creative e innovative. Le possibilità che l’India diventi una nuova potenza mondiale grazie al supporto delle startup innovative e delle invenzioni, servizi e prodotti innovativi che vengono da queste realizzati, e tutt’altro che remota. Lo Startup India Action Plan 2016 in questo senso potrebbe essere di grande aiuto a sviluppare le importanti qualità di un paese dalle radici e dalla cultura millenaria.