Pagamenti elettronici senza se e senza ma.
Per commercianti e professionisti addio al limite dell’importo minimo dei 30 euro e in arrivo sanzioni pecuniarie ad hoc. Unica via di fuga ammessa sarà quella dell’oggettiva impossibilità tecnica che dovrà essere, comunque, dimostrata (si veda Italia Oggi del 16 e 21 dicembre scorso).
Questa una delle novità contenute nel ddl stabilità per il 2016 approvato, ieri, dal senato e che, mette nuovamente sotto i riflettori la questione relativa all’obbligo di accettazione di pagamenti elettronici da parte di commercianti e professionisti andando a coinvolgerli su piani differenti. Per quanto concerne i primi, infatti, oltre all’aspetto sanzioni, l’impatto maggiore arriverà dall’eliminazione degli importi minimi.
Gli esercizi commerciali, infatti, saranno tenuti ad accettare pagamenti sia con carte di credito sia con carte di debito anche per piccoli importi. Solo nel caso in cui tali esercizi riescano a dimostrare l’oggettiva impossibilità tecnica di accettare i pagamenti potranno essere tenuti esenti da sanzioni.
Ed è proprio su questo ultimo punto che i professionisti potranno essere, invece, maggiormente coinvolti. Difficilmente, infatti, il problema dei micropagamenti potrà riguardare i titolari di partita Iva. Per questi ultimi, invece, a essere più incisiva sarà la questione sanzioni pecuniarie, dato che, per la prima volta, l’obbligo di accettare il pagamento di qualsiasi tipo di importi tramite mezzo elettronico diventa a tutti gli effetti cogente. Il potenziale quantum pecuniario sarà stabilito con uno o più decreti del ministro dello sviluppo economico, di concerto con il ministero dell’economia e delle finanze, sentita la Banca d’Italia.
Dopo più di un anno di confronti sia tra il governo e le professioni, sia in sede parlamentare, lo spettro delle sanzioni si appresta, quindi, a divenire realtà. Questa volta, però, anche i prestatori di servizi di pagamento saranno chiamati a fare la loro parte. La norma, così come introdotta all’interno della legge di stabilità per il 2016, prevede, infatti, che tali soggetti non operino pratiche commerciali contrarie al regolamento Ue 751/2015 che pone un limite, variabile entro certe soglie a seconda delle tipologie di operazioni, alle commissioni.
Italia Oggi