“Il mondo si trova ad affrontare un punto di svolta per quanto riguarda l’intelligenza artificiale. I modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) introdurranno cambiamenti epocali paragonabili all’invenzione di Internet. È in atto una corsa multimiliardaria per dominare questo mercato. I vincitori eserciteranno un potere senza precedenti nel modellare le pratiche commerciali e l’accesso alle informazioni in tutto il mondo. La nostra indagine ha esaminato le tendenze nei prossimi tre anni e ha individuato le azioni prioritarie per garantire che questa nuova tecnologia avvantaggi le persone, la nostra economia e la società”
Inizia così la presentazione di uno straordinario lavoro svolto dalla Commissione Comunicazioni e Digitale del Parlamento inglese (si in UK ne hanno una dedicata al digitale e non come in Italia di competenza della Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni…): si tratta del rapporto, pubblicato il 2 febbraio 2024 dalla Communications and Digital Committee della House of Lords dal titolo Large Language Models and Generative AI
Alcune aziende tecnologiche utilizzano dati protetti da copyright per addestrare modelli senza permesso e senza pagare un compenso ai titolari dei diritti.
La Commissione inglese ritiene che ciò sia “unfair”. Lo scopo del copyright è premiare i creatori, incentivare l’innovazione e impedire ad altri di utilizzare le opere senza autorizzazione.
Sempre secondo la Commissione, le leggi attuali non riescono a garantire che ciò accada e pertanto il governo dovrebbe risolvere questo problema, anche modificando la legislazione, se necessario.
La Commissione chiede, direi a gran voce, maggiore trasparenza da parte delle aziende tecnologiche su come vengono utilizzati i dati, e incoraggia gli investimenti in nuovi data-set da dare in licenza per incoraggiare le buone pratiche.
Il rapporto è davvero interessante e se ne consiglia vivamente la lettura per chi si occupa delle complesse criticità esistenti tra diritto e tecnologia.