[:it]Iniziamo dalle cose semplici.
La GNU General Public License, comunemente indicata con l’acronimo GNU GPL o semplicemente GPL, è una licenza fortemente copyleft per software libero, originariamente scritta nel 1989 da Richard Stallman per patrocinare i programmi creati per il sistema operativo GNU.
Un’opera protetta da GNU GPL deve rimanere libera, ovvero col susseguirsi delle modifiche deve continuare a garantire ai suoi utenti le cosiddette quattro libertà.
- Libertà 0: Libertà di eseguire il programma per qualsiasi scopo.
- Libertà 1: Libertà di studiare il programma e modificarlo. L’accessibilità al codice sorgente è una condizione necessaria per il software libero, altrimenti non avrebbero senso neanche la libertà 0 e la 2.
- Libertà 2: Libertà di ridistribuire copie del programma in modo da aiutare il prossimo.
- Libertà 3: Libertà di migliorare il programma e di distribuirne pubblicamente i miglioramenti, in modo tale che tutta la comunità ne tragga beneficio. Questa libertà comprende quella di usare e rilasciare le versioni modificate come software libero.
La Free Software Foundation può pubblicare nuove revisioni o versioni, l’ultima delle quali fu pubblicata il 29 giugno del 2007 sotto il nome di GNU GPL v3.
E fin qui tutto bene.
Nel senso che per tutti gli addetti al settore era, ed è chiaro, che la GNU GPL v3, era, ed è effettivamente una licenza e un contratto con un suo valore legale, da rispettare con attenzione.
Ora questo principio è stato recentemente ribadito anche da una Corte Californiana Case No.16-cv-06982-JSC.
La causa è stata avviata dalla Artifex Software Inc., una società fornitrice di Ghostscript.
Ghostscript è una collezione di programmi liberi basata su un interprete dei linguaggi di descrizione di pagina PostScript e Portable Document Format, entrambi della Adobe.
Ghostscript è utilizzabile con vari sistemi operativi, compresi i sistemi Unix e derivati, macOS, VMS, Windows, OS/2, e Mac OS classico e DOS.
Sono state scritte varie interfacce grafiche per essere utilizzate con Ghostscript, in modo da permettere all’utente di vedere un file PostScript o PDF sullo schermo, di scorrerlo, di andare alle pagine precedente e successiva e di zoomare sul testo così come se fosse una stampata di una o più pagine.
Artifex offre Ghostscript sulla base dei termini e condizioni di due licenze distinte. Una è la GNU – GPL v3 e l’altra è una licenza non open source e che garantisce a chi l’acquista, livelli di proprietà e riservatezza tipici delle licenze proprietarie.
Ed ecco che entra in gioco Hancom Inc., una società di sviluppo software che ha integrato Ghostscript nei suoi prodotti software, non ha acquistato la più onerosa licenza proprietaria e, al contempo, non voleva – a quanto pare – rispettare i termini della licenza GNU – GPL v.3.
Artifex ha quindi invitato Hancom a rispettare quantomeno i termini della licenza Open Source GPL e quando Hancom si è rifiutata, Artifex ha citato in giudizio Hancom per violazione dei termini della licenza GPL e ha richiesto i conseguenti danni subiti.
Artifex sosteneva che, avendo la licenza GNU – GPL v3 valore di contratto nel momento in cui si utilizza il software che si basa su tale licenza, la violazione dei suoi termini rappresenta violazione di contratto e dei diritti di proprietà intellettuale.
Hancom, di contro, sosteneva che Artifex non avesse un legittimo interesse a portare avanti una causa relativa a diritti non in capo alla stessa e che, sopratutto, trattandosi di diritti di proprietà intellettuale liberamente disponibili a tutti secondo la logica open source, non poteva certamente pretendere un risarcimento danni.
In particolare Hancom, contrariamente a quanto affermato dall’attore Artifex, sosteneva che i termini della licenza open source non potevano essere considerati vincolanti poichè la licenza non rappresenterebbe un vero e proprio contratto legalmente applicabile.
Potete immaginare le conseguenze nel mondo open source se la Corte Californiana avesse accolto la posizione di Hancom.
La Corte invece ha accolto integralmente la posizione di Artifex.
Il caso è certamente interessante perchè poche volte si sono viste sentenze pubbliche pronunciarsi in modo chiaro sul tema e lascia aperta la possibilità di un risarcimento economico in conseguenza della violazione dei termini di una licenza open source.
Si ricorda che la pronuncia era finalizzata a valutare l’ammissibilità o meno del procedimento. Una fase preliminare che tiene conto sia delle pretese dell’attore che di quelle del convenuto nella sua “motion to dismiss” (istanza di rigetto della causa”).
Ora, con il rigetto dell’istanza di Hancom, il processo potrà proseguire, salvo che le parti decidano di arrivare prima ad un accordo bonario.
In mancanza di accordo si giungerà certamente a sentenza. Una sentenza sicuramente interessante sia per il principio che verrà in essa espresso che per l’eventuale riconoscimento dei danni in favore dell’attore.[:]