Lo scandalo FTX e’ solo all’inizio.
Perche’ ora vengono citate in giudizio celebrita’ come Shaquille O’Neal, Steph Curry, Udonis Haslem, i Golden State Warriors?
E ancora: i campioni di baseball Shohei Ohtani e David Ortiz e tanti altri.
In breve: un gruppo di utenti di FTX ha avviato una class action in Florida, non solo contro il secondo (un tempo) piu’ grande exchange al mondo di cripto, ma anche contro tutte quelle celebrita’ del mondo dello sport, dello spettacolo, del business, che hanno promosso FTX e i suoi prodotti a pagamento, di fatto contribuendo alla diffusione di uno schema che, da quanto si apprende, parrebbe essere riconducibile al tristemente noto schema PONZI.
Cosi’ si legge nell’atto di citazione degli avvocati del prestigioso studio di Miami, Moscowitz:
“La piattaforma FTX era davvero un castello di carte, uno schema Ponzi in cui le varie entità del gruppo mescolavano in modo opaco i fondi dei clienti tra le loro entità affiliate, utilizzando i fondi dei nuovi investitori ottenuti attraverso investimenti e prestiti per pagare gli interessi ai vecchi utenti e per tentare di mantenere l’apparenza di liquidità”.
Perche’ coinvolgere tutti questi personaggi famosi?
Sicuramente la class action sta portando grande notorieta’ allo studio Moscowitz e sara’ interessante vedere se l’azione diretta a richiedere risarcimenti milionari anche nei confronti delle star, sara’ considerata fondata.
Di certo va detto che promuovere a pagamento l’immagine di un exchange che a sua volta sviluppa schemi finanziari opachi, e’ estremamente rischioso.
L’esito dell’azione nei confronti delle Star dipendera’ molto dalla meccanica con cui si e’ sviluppato il rapporto con FTX e come concretamente e’ stato veicolato il messaggio.
Si trattava di una tradizionale sponsorizzazione? Le Star venivano pagate in percentuale ai ricavi dell’Exchange? Il messaggio promozionale era volto a incentivare investimenti?
Di certo, le Star, le leghe e i club che hanno prestato la loro immagine per promuovere FTX non stanno passando un momento felice. Oltre al danno di immagine che stanno subendo, rischiano di essere trascinati nel magmatico fiume di responsabilita’ patrimoniali applicabili in prima battuta ad FTX.
Insomma: se il pesce grosso fallisce i fari si accendono sui tanti pesci piccoli (e manco tanto piccoli direi) che possono contribuire al risarcimento.
La lista delle Star e club coinvolti nella class action e’ davvero lunga e questo impattera’ in maniera rilevante e spero definitiva sulla scriteriata faciloneria con cui tanti club o star hanno prestato la propria immagine per promuovere iniziative cripto di dubbia trasparenza e liceita’.
Ancora oggi assistiamo a club che pur di prendere tanti soldi, non esitano a mettere nelle loro maglie il logo di exchange che di etico hanno ben poco, sporcando cosi’ l’immagine e la storia della squadra, ed esponendosi a potenziali azioni legali a seconda di come viene veicolato il messaggio promozionale o chiuso l’accordo di partnership.
Restiamo a vedere cosa succedera’ in queste cause ma una cosa e’ certa: stanno gia’ facendo pulizia in un mercato tossico e drogato in cui le teorie rivoluzionarie e libertarie di Bitcoin non c’entrano davvero nulla.