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Tetragon cita in giudizio Ripple in seguito alla azione di SEC

[:it]A cura dell’Avv. Massimo Simbula

I fatti:

Nel Dicembre 2019 la società di investimento inglese Tetragon Financial Group Ltd. investiva circa 200 milioni di dollari nel capitale sociale di Ripple Labs Inc.. Il round di serie C ha visto la partecipazione, oltre che di Tetragon, anche della Japan’s SBI Holdings e della Route 66 Ventures, ad una valutazione della Ripple Labs di 10 miliardi di dollari.

Il CEO di Ripple, Brad Garlinghouse, si affrettò a dire all’epoca che Ripple non aveva certo necessità di soldi ma questa iniezione di investitori qualificati avrebbe portato ad una (parole testuali del CEO) “balance sheet flexibility“.

Fast Forward a gennaio 2021. La musica cambia e Tetragon, lunedì 4 gennaio, cita in giudizio Ripple alla Corte distrettuale del Delaware per ottenere la restituzione integrale dell’investimento effettuato in Ripple (oltre i danni e le spese), sulla base della clausola contrattuale inserita all’interno del contratto di investimento la quale prevedeva il diritto di Tetragon alla restituzione dell’investimento qualora la SEC avesse avviato una azione nei confronti di Ripple Labs per violazione delle norme in materia di prodotto e strumenti finanziari.

Tetragon ha richiesto anche un blocco dei conti di Ripple Labs al fine di evitare che le somme da restituire possano essere utilizzate da quest’ultima.

Commenti.

Non ho potuto analizzare la clausola contrattuale. Tuttavia Ripple ha dichiarato che la causa di Tetragon è del tutto priva di fondamento poichè non è stato ancora accertato che effettivamente Ripple sia una “unregistered security” e quindi Tetragon, a detta di Ripple starebbe solo tentando di avvantaggiarsi di una situazione incerta causata dalla attuale mancanza di regolamentazione del settore cripto.

Staremo a vedere come andrà a finire questa storia ma di certo Ripple subisce oggi un nuovo brutto colpo che porta ad una ulteriore perdita della sedicente criptovaluta.

Il volume delle transazioni in Ripple è comunque cresciuto a dismisura proprio a causa dell’annuncio di Coinbase, Binance e Bitstamp di delistare la moneta digitale e questo spinge molti trader a complessi equilibrismi sul “precipizio”, certamente rischiosi ma potenzialmente molto redditizi.

Con tanta gioia per gli exchange.

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