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Il delicato confine tra NFT e prodotti finanziari

Con NFT strutturati in modo sempre più complesso, una domanda che ci si pone è se gli NFT si qualifichino come prodotto finanziario regolamentato ai sensi delle leggi che ne disciplinano l’emissione e la distribuzione.
Nella loro forma più pura ed originaria, gli NFT rappresentano oggetti unici come oggetti da collezione o opere d’arte che non sono destinati a essere un prodotto finanziario, nonostante possano rappresentare un’interessante opportunità di investimento (come nel caso di molti oggetti del mondo reale non finanziari) .
A dirla tutta la SEC, anche a seguito di diverse sollecitazioni da parte di altri operatori del settore (che forse non vedono di buon grado questi outsider) ha già dato qualche segnale importante al mercato degli NFT evidenziando anche i rischi legati ai cosiddetti “collectibles” (bored apes avvisate).
E sul punto è interessante il “sollecito” alla SEC di soggetti regolati come Arkonis Capital, un broker dealer registrato che non le manda a dire (guardate qua la lettera alla SEC del lontano aprile 2021 https://www.sec.gov/rules/petitions/2021/petn4-771.pdf)
Quando gli NFT danno al loro titolare il diritto a flussi di reddito o a una quota in un portafoglio sottostante di attività di investimento, l’NFT si trasforma potenzialmente in un prodotto finanziario regolamentato.
Con la strutturazione sempre più esotica dei diritti legati agli NFT, la percezione convenzionale del settore che gli NFT siano prodotti non regolamentati si sta gradualmente erodendo.
I casi d’uso per gli NFT con tokenomics complessi abbondano. Tali NFT sono, ad esempio, integrati nelle piattaforme di gioco play-to-earn, dove possono rappresentare avatar o altri oggetti di gioco che possono essere utilizzati per generare entrate per il titolare. Gli NFT possono anche essere coniati come rappresentazione on-chain di un unico asset del mondo reale in cui un’organizzazione autonoma decentralizzata (DAO) desidera investire, dando così ai partecipanti alla DAO un’esposizione collettiva al valore di tale asset.
Un ulteriore sviluppo degno di nota è l’emergere di piattaforme che emettono NFT che danno ai loro titolari diritti su una quota di royalties generate dai sottostanti cataloghi musicali. In alcuni casi, i pagamenti effettuati ai titolari dell’NFT possono essere automatizzati tramite contratto intelligente, ad esempio quando l’NFT viene emesso sulla blockchain di Ethereum utilizzando lo standard ERC-721 o ERC-1155, che si sono dimostrati entrambi popolari nello spazio NFT .
I quadri normativi finanziari in tutto il mondo generalmente funzionano in modo tecnologicamente neutrale, ovvero si applicano ai token digitali che hanno caratteristiche di prodotti finanziari indipendentemente da come il token è etichettato o presentato e indipendentemente dal fatto che il token sia offerto o supportato da un società che non opera altrimenti nel settore finanziario.
Di conseguenza, un token – fungibile o non fungibile – che conferisce al detentore la proprietà o i diritti di controllo su un’attività o un portafoglio di attività, o che dà diritto al detentore a determinati flussi di reddito, può qualificarsi come un prodotto regolamentato come un titolo o una quota in un organismo di investimento collettivo.
Nel determinare quali quadri normativi prendere in considerazione, le giurisdizioni pertinenti sono solitamente quelle in cui viene emesso l’NFT e quelle in cui si trovano gli utenti.
Determinare se un NFT è un prodotto regolamentato è importante perché l’emissione, l’offerta, la commercializzazione e la distribuzione di tale prodotto genereranno tipicamente una serie di requisiti che si applicano nel settore dei servizi finanziari e il mancato rispetto di questi è solitamente un reato . Questi possono includere, ad esempio, un requisito per l’emittente e i distributori della NFT di essere autorizzati o approvati dalle autorità di regolamentazione pertinenti e di rispettare i requisiti di condotta aziendale in corso (ad esempio, in relazione alla divulgazione di informazioni ad acquirenti dell’NFT, idoneità e correttezza del personale coinvolto nella gestione dell’offerta NFT, ecc.). La creazione e il mantenimento di quadri per garantire la conformità a questi requisiti richiede in genere un alto grado di specializzazione e risorse umane e finanziarie significative.
Mentre un’offerta di NFT può essere gestita entro i confini delle esenzioni e può quindi evitare la regolamentazione, in genere tali esenzioni consentiranno solo di indirizzare l’offerta a investitori sofisticati nei mercati all’ingrosso e non consentiranno alcuna offerta al pubblico al dettaglio.
Ne parlo oggi 9 Febbraio 2023 da Sanremo e in streaming con l’Avv. Carlo Alberto Micheli, nell’ambito di Casa Sanremo alle 17.30.
Qui il link per lo streaming