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ChatGPT accusato di rubare articoli, ma il Tribunale da ragione a OpenAI: il criterio della “doppia consapevolezza”

Il 7 novembre 2024, il Tribunale Distrettuale degli Stati Uniti per il Distretto Sud di New York ha emesso una decisione nel caso Raw Story Media, Inc. e AlterNet Media, Inc. contro OpenAI, Inc., et al., Caso n. 24 Civ. 01514.

Raw Story Media, Inc. e AlterNet Media, Inc., hanno intentato una causa contro OpenAI e le sue entità affiliate, accusandole di violazione del Digital Millennium Copyright Act (DMCA), in particolare ai sensi del 17 U.S.C. § 1202(b)(1).

Il tribunale ha accolto la difesa di OpenAI, respingendo integralmente le richieste di Raw Story media e AlterNet Media.

Raw Story Media e AlterNet Media sono organizzazioni giornalistiche che hanno pubblicato collettivamente oltre 400.000 articoli online.

Sostenevano che ChatGPT di OpenAI, il noto modello linguistico basato sull’intelligenza artificiale, fosse stato addestrato su dataset che includevano le loro opere protette da copyright senza  alcuna autorizzazione.
Le organizzazioni giornalistiche  ritenevano che OpenAI rimuovesse o alterasse le informazioni sulla gestione del copyright (CMI), violando il DMCA.

Quadro Giuridico

Il DMCA (Digital Millennium Copyright Act) è una legge statunitense emanata nel 1998 per aggiornare e adattare il diritto d’autore alle nuove sfide poste dalla diffusione delle tecnologie digitali e di internet. Questa normativa è stata progettata per proteggere i diritti dei creatori e dei titolari di copyright nell’ambiente digitale, stabilendo regole e strumenti specifici per affrontare la pirateria e l’uso non autorizzato di opere protette.

Aspetti principali del DMCA

  1. Protezioni contro la pirateria digitale:
    • Vietata la distribuzione o l’uso di tecnologie che permettano di eludere le misure di protezione tecniche (come DRM, Digital Rights Management) presenti su contenuti protetti da copyright.
  2. Notifica e rimozione (“Notice and Takedown”):
    • Il DMCA consente ai titolari di copyright di richiedere la rimozione di contenuti illegittimi da piattaforme online. I gestori di siti o piattaforme sono obbligati a rimuovere il contenuto segnalato per evitare responsabilità legale.
  3. Safe Harbor (porto sicuro):
    • Le piattaforme online, come YouTube o Facebook, non sono direttamente responsabili per i contenuti caricati dagli utenti, purché rimuovano tempestivamente il materiale segnalato come in violazione del copyright.
  4. Protezione delle informazioni sulla gestione del copyright (CMI):
    • Il DMCA tutela le informazioni di gestione del copyright (Copyright Management Information, CMI), come il nome dell’autore o i termini d’uso, vietandone la rimozione o l’alterazione senza autorizzazione, se ciò può facilitare una violazione.

Ai sensi del 17 U.S.C. § 1202(b)(1), è vietato rimuovere o alterare intenzionalmente le CMI senza l’autorizzazione del titolare del copyright, sapendo o avendo ragionevoli motivi per sapere che tali azioni faciliteranno, consentiranno o nasconderanno una violazione.
Si richiede uno standard di “doppia consapevolezza” (double-scienter) per la responsabilità ai sensi di questa disposizione: il convenuto deve sapere sia che le CMI sono state rimosse o alterate senza autorizzazione, sia che tali azioni faciliteranno la violazione.

In buona sostanza un soggetto deve soddisfare due livelli di consapevolezza (da cui il termine double-scienter):

  1. Consapevolezza della rimozione o alterazione non autorizzata:
    • Il soggetto deve sapere, o avere motivi ragionevoli per sapere, che le informazioni sulla gestione del copyright (ad esempio, il nome dell’autore, i termini d’uso, o le informazioni sul diritto d’autore) sono state rimosse o alterate senza l’autorizzazione del titolare dei diritti.
  2. Consapevolezza dell’effetto sulla violazione:
    • Il soggetto deve sapere, o avere ragionevoli motivi per sapere, che la rimozione o l’alterazione di queste informazioni faciliterà, abiliterà, o nasconderà una violazione del copyright. In altre parole, l’azione deve avere un collegamento diretto con un’infrazione del diritto d’autore.

Esempio pratico:

  • Violazione: Se un soggetto scarica un’opera con informazioni sul copyright (come il nome dell’autore o i termini d’uso) e intenzionalmente rimuove o altera queste informazioni per permettere a terzi di utilizzarla illegalmente senza essere identificati, soddisfa il criterio della doppia consapevolezza.
  • Non violazione: Se una rimozione è accidentale o non c’è la consapevolezza che ciò porterà a una violazione (ad esempio, se l’opera viene modificata per uso personale senza ulteriore distribuzione), non si soddisfa il criterio.

Implicazioni legali

Il criterio della doppia consapevolezza è un requisito rigoroso e impedisce che le accuse di violazione della sezione 1202(b)(1) siano applicate in modo troppo ampio o indiscriminato. Richiede prove concrete non solo della rimozione o alterazione non autorizzata delle CMI, ma anche dell’intento o consapevolezza che questa condotta agevoli una violazione del copyright.

Applicazione pratica

  • Secondo Circuito: La giurisprudenza ha chiarito che entrambe le consapevolezze devono essere dimostrate per stabilire una violazione. Ciò protegge i soggetti che rimuovono o alterano le CMI senza l’intento o la conoscenza di facilitare una violazione del copyright.
  • Casi di AI e Big Data: Con tecnologie come l’intelligenza artificiale (ad esempio, modelli addestrati su dataset che possono contenere opere protette da copyright), il criterio del double-scienter è spesso il punto chiave per stabilire la responsabilità legale.

Analisi del Tribunale nel caso Raw Story Media e Alter Media

Il tribunale ha stabilito che i querelanti non hanno soddisfatto il requisito della “doppia consapevolezza”.
Il reclamo non ha sufficientemente dimostrato che OpenAI sapesse che le CMI erano state rimosse o alterate senza autorizzazione, né che OpenAI sapesse che tali azioni avrebbero facilitato la violazione.
Il tribunale ha sottolineato che la mera rimozione delle CMI, senza la conoscenza richiesta, non costituisce una violazione ai sensi del § 1202(b)(1).

Il tribunale ha, pertanto, respinto il reclamo di Raw Story media e Alter Media.

Tuttavia è bene precisare che il rigetto delle pretese dei due attori, da parte del Tribunale di New York, potrà essere ripresentata con le opportune integrazioni, laddove Raw Story media e Alter Media abbiano sufficenti prove atte a dimostrare la responsabilità di OpenAI.

Il caso certamente non finisce qui.

Tuttavia questa decisione sottolinea, ancora una volta (e direi a vantaggio dei colossi del Web) i rigorosi requisiti per dimostrare una violazione del DMCA ai sensi del § 1202(b)(1), in particolare la necessità di dimostrare la conoscenza del convenuto sia riguardo alla rimozione non autorizzata delle CMI sia alla facilitazione della violazione.