Scroll Top

C’era una volta uno sconosciuto su metzdowd.com, finito nei nuovi principi contabili FASB

C’era una volta.

Iniziano così molte favole, quelle che un tempo si era soliti leggere ai figli prima di addormentarli placidamente. Quelle con un lieto fine.

C’era la storia del povero mendicante che finisce per scoprire di essere un nobile cavaliere.

C’era quella del brutto anatroccolo che diventa un cigno stupendo. O ancora la povera sorella rinnegata, che sposa il principe azzurro. C’erano i due fratellini che attraversavano l’inferno stregato di un bosco misterioso per poi ritrovarsi liberi e più forti di prima o ancora quella del ragazzo coraggioso, ma povero e scapestrato che diventa un principe grazie ad un genio evocato con una lampada magica. C’era la storia di quella povera bambina in strada, al freddo che tenta di vendere fiammiferi e muore felice, ma circondata dai pianti di coloro che non le hanno prestato aiuto.

Il mondo è pieno di splendide favole che hanno due costanti di particolare interesse: l’inizio e la fine.

L’inizio è sempre avvolto nel mistero. Un tempo non chiaramente identificato e una persona qualunque ma fortemente caratterizzata.

E poi c’è la chiusura. Spesso un lieto fine. Altre volte un pugno nello stomaco per aiutarci a riflettere.

Le favole, in realtà, sono delle parabole. Che partono da un punto 0 sull’asse delle X e delle Y, per terminare al medesimo punto 0 dell’asse Y ma all’estremo opposto dell’asse X.

Le favole, come le parabole, sono matematica. Espressioni logiche ma anche complessi fenomeni quantistici, che offrono al lettore-osservatore la possibilità di cambiare il mondo attraverso il suo personale punto di vista e rovesciare l’asse cartesiano.

Il racconto e la narrativa hanno un ruolo fondamentale e possono radicalmente cambiare quello che prima era vile metallo in oro.

Una alchimia, una magia, o più semplicemente, un salto quantico, grazie ad un solo e semplice presupposto: il punto di osservazione.

C’era una volta uno sconosciuto su metzdowd.com che disse di lavorare ad un nuovo sistema di “contante elettronico”, interamente P2P, senza intermediari fiduciari.

Disse anche che questo contante elettronico era caratterizzato da 5 elementi principali fondamentali:

  1. a) Evitare il Double-spending grazie alla forza del network P2P;
  2. b) Nessun soggetto terzo o altro ente fiduciario che conia la moneta elettronica;
  3. c) Possibilità per i partecipanti al network di divenire anonimi;
  4. d) Nuove monete elettroniche create sulla base della cosiddetta “PoW” o Proof of Work sulla base di Hashcash;
  5. e) La PoW come sistema di prevenzione del double spending.

Erano questi i 5 elementi indicati nel suo messaggio sulla mailing list dei crittografi, il 31 ottobre 2008 alle ore 10.00 UTC.

La forza dei numeri, dei riferimenti, delle citazioni, è potenzialmente infinita e se è vero che ognuno può trovare l’infinito dietro una casualità, è anche vero che secondo alcuni fisici quantistici il caso non esiste ma esiste un ordine implicito che direziona tutte le cose (invito a leggere i libri dei fisici Majorana e Bohm sul punto). Una sorta di destino che si attorciglia su se stesso come una parabola.

O come un drago che morde la sua coda se vogliamo scomodare la mitologia egizia e uroboro.

I 5 elementi descritti dall’anonimo nostro eroe iniziano e terminano allo stesso modo, collegandosi in un circolo di interazioni reciproche, esattamente come accade nell’ordine dei cinque elementi della cultura cinese alla base della medicina tradizionale e delle arti marziali.

Ma davvero esiste questo collegamento?

Ma no. E’ solo un punto di vista. Una favola. Un punto di osservazione.

A te lettore resta comprendere quale è il ruolo di questa serie concatenata di eventi che ancora prosegue, in attesa del finale della parabola.

E in questa favola accade che l’invenzione dello sconosciuto nostro eroe, quel contante elettronico disprezzato (o forse temuto) dai puristi della finanza, dagli economisti, dai banchieri, e poi da chissà chi, diviene, d’improvviso, e a tutti gli effetti, un asset degno di essere contabilizzato al pari di qualunque altro asset nel bilancio delle società con una corretta valutazione dei bitcoin detenuti dalle aziende.

Almeno questo accade oggi negli Stati Uniti grazie alle nuove regole del Financial Accounting Standards Board (FASB) pubblicate il 13 dicembre, che entreranno in vigore a dicembre 2024, e che sono disponibili a questo link

Con un comunicato del 13 dicembre il FASB ha dichiarato che il nuovo standard risponde ai feedback pervenuti dagli stakeholders, garantendo agli investitori la possibilità di riflettere a bilancio l’effettivo valore di determinati crypto asset, riducendo al contempo costi e complessità associati all’attuale sistema contabile.

In precedenza, il vecchio trattamento considerava le criptovalute come un bene immateriale, il che significava che se il valore della cripto scendeva rispetto a quello di acquisto, le aziende dovevano farsi carico della svalutazione del bene immateriale e ciò anche se le cripto non venivano vendute.

Al contrario, quando il valore della cripto saliva rispetto a quello di acquisto, l’azienda non otteneva alcun vantaggio contabile, se non procedeva al cash-out

Ora invece, con una contabilizzazione delle cripto sulla base dell’equo valore di mercato (rivalutato ogni trimestre) le società potranno riflettere correttamente il valore delle cripto a bilancio con evidenti vantaggi patrimoniali sui propri libri contabili, nelle ipotesi di crescita di valore delle cripto, e ciò senza doverle vendere, convertendole in valuta FIAT.

I nuovi principi contabili danno grande soddisfazione ad aziende come Microstrategy consentendo di valorizzare le cripto, ed in particolare i bitcoin, per quello che sono e per il loro valore, senza doverle convertire in valuta FIAT, stimolando, molto probabilmente, una ulteriore adozione di massa del contante elettronico voluto da Satoshi Nakamoto.

Il brutto anatroccolo e diventato un cigno? La povera sorella incompresa è diventata una principessa? I due fratellini hanno superato l’inferno del bosco stregato?

Forse siamo ancora in mezzo al guado perché questa riforma dei principi contabili imporrà alle aziende di revisione contabile una attenta valutazione dei crypto-asset con complessità e conoscenze ancora non padroneggiate del tutto dalle tradizionali aziende contabili.

Questo se da una parte è un problema, dall’altra potrebbe diventare una opportunità per aprire la strada a nuove società di revisione contabile specializzate in questo settore.

Non sappiamo se la favola di Bitcoin avrà un “lieto fine”, ma è certo che un giorno sarà una delle più affascinanti parabole che verrà raccontata, o un nuovo capitolo della storia da studiare sui banchi di scuola, come una nuova rivoluzione industriale.