Nel gennaio 2023 il quotidiano Milano Finanza, pochi giorni prima dell’approvazione degli ETF su Bitcoin da parte della SEC, pubblica un articolo dell’Avv. Massimo Simbula sulle 10 principali società di investimento che hanno fatto application alla SEC per gli ETF Spot BTC.
L’articolo si sofferma, in particolare, su VanEck (oltre 70 miliardi di dollari in gestione), decisamente la prima sia per ordine di arrivo che per persistenza (ha presentato per la prima volta la domanda di ammissione nel 2018, poi ritirata nel 2019 e ripresentata nel 2020, 2021, 2022 e ora nel giugno 2023).
Se è vero che VanEck è stata la prima, e forse quella che più ha approfondito la tematica bitcoin (oltre a Wisdom Tree e Valkyrie), il re incontrastato della foresta di Wall Street è certamente BlackRock (nome dell’Etf: iShares Bitcoin Trust) che, dall’alto dei suoi 8.500 miliardi di dollari di asset in gestione, ha evidentemente aperto la strada a tutte le altre società di investimento, che si sono precipitate sulla scia della domanda di BlackRock.
Ma tornando a VanEck, che ricordiamo si è impegnata a donare il 5% dei potenziali proceeds derivanti dall’ETF Spot su Bitcoin ai Bitcoin Core Developers, mi soffermo ad analizzare alcuni post pubblicati il 6 gennaio da uno dei consulenti della investment firm, specializzato in Bitcoin: Gabor Gurbacs.
Gurbacs ha sottolineato l’importanza degli Etf bitcoin per attirare gli investimenti istituzionali, anticipando un potenziale cambiamento di paradigma nel mercato delle criptovalute e dandoci la sua visione a lungo termine dello Spot Bitcoin Etf.
In particolare il consulente finanziario ha delineato una prospettiva più ampia sugli Etf Bitcoin, affermando che i flussi a breve termine, che siano 500 milioni o 5 miliardi di dollari, impallidiscono rispetto al cambiamento monumentale che potrebbe verificarsi nel lungo periodo. Ha sottolineato che con circa 500.000 miliardi di dollari di asset globali che si stanno esponendo al bitcoin, un’allocazione globale del solo 0,5% potrebbe scatenare flussi per 2.500 miliardi di dollari.
Gurbacs ha poi evidenziato che gli Etf potrebbero fungere da garanzia, determinando un significativo afflusso di credito nel mercato delle criptovalute e ha richiamato l’attenzione sulla corsa all’accumulo istituzionale tra Est e Ovest. E infatti la mossa di Hong Kong di concedere licenze per gli Etf, è il segno di una competizione tra Cina e Stati Uniti il che ci dà anche una dimensione geopolitica del valore del bitcoin. Gabor Gurbacs ha infine fatto notare come non ci sia mai stato uno strumento finanziario che abbia attirato così tanto l’attenzione di media, società di investimento e investitori negli ultimi dieci anni.
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