Nel corso di una sola settimana abbiamo assistito, in rapida successione, al crollo di tre delle banche più legate al mondo delle criptovalute negli Stati Uniti: Silvergate, Silicon Valley Bank (SVB) e Signature.
Il fallimento di SVB ha rappresentato il più grande fallimento bancario dalla crisi finanziaria del 2008.
Mentre i regolatori statunitensi sono rapidamente intervenuti per garantire i depositi e scongiurare un’immediata crisi bancaria, il crollo di queste tre istituzioni ha accelerato quello che negli Stati Uniti viene chiamato “unbanking of cryptocurrencies“.
Ed invece quello che secondo gli incauti commentatori doveva essere un chiodo nella bara per le criptovalute, queste continuano a vivere, con Bitcoin che raggiunge il suo ATH in 9 mesi.
Gli eventi
Silvergate, Signature e SVB erano considerati cripto-friendly, sebbene ognuna di loro avesse una propria base di clienti diversificata che andava ben oltre il settore delle risorse digitali.
Oltre a svolgere attività bancarie nell’ecosistema delle criptovalute, Silvergate e Signature hanno anche fornito un’importante infrastruttura a supporto del settore degli asset digitali sotto forma di reti di pagamento SEN e Signet 24 ore su 24, 7 giorni su 7, e contavano come clienti le principali società di criptovalute, come Binance.US, Kraken , e Gemini.
SVB è stata la banca principale per molte società di capitale di rischio, tecnologia e risorse digitali, tra cui Circle, Roku, BlockFi e Roblox.
Il destino di queste banche si è risolto rapidamente:
– Mercoledì 8 marzo, Silvergate Capital ha annunciato che avrebbe chiuso le operazioni e liquidato la sua banca, dopo aver riferito che non avrebbe depositato la sua relazione annuale.
– Venerdì 9 marzo, la Silicon Valley Bank è crollata dopo che i depositanti hanno ritirato più di 42 miliardi di dollari in seguito alla dichiarazione di mercoledì di SVB secondo cui aveva bisogno di raccogliere 2,25 miliardi di dollari per sostenere il proprio bilancio.
– Domenica 12 marzo, Signature Bank, anch’essa fortemente focalizzata sulle criptovalute ma molto più grande di Silvergate, è stata bloccata inaspettatamente dalle autorità di regolamentazione bancaria.
– Venerdì 17 marzo, la società madre di SVB ha presentato istanza di riorganizzazione sotto la supervisione del tribunale ai sensi del chapter 11 per cercare acquirenti per i suoi beni.
Il governo federale degli Stati Uniti è rapidamente intervenuto per garantire tutti i depositi sia per i depositanti SVB che Signature, aggiungendo fiducia e innescando un piccolo rally nei mercati delle criptovalute. E’ stata scongiurata una situazione tipo Lehman e la fiducia del mercato è stata almeno in parte ripristinata.
Non sono stati utilizzati soldi dei contribuenti.
Infatti la Federal Deposit Insurance Corporation (FDIC) ha dichiarato che avrebbe creato una “banca ponte” per proteggere i clienti SVB e un’altra per Signature Bank (in genere FDIC assicura tutti i depositi fino a $ 250.000 per i singoli clienti bancari e non estende la sua protezione ai clienti che operano in scambi di criptovalute).
E’ però possibile che i clienti delle banche possano sostenere spese aggiuntive, come l’aumento delle commissioni.
Sistema bancario a riserva frazionaria
È importante sottolineare che questi eventi hanno focalizzato l’attenzione del pubblico sui rischi del sistema bancario a riserva frazionaria – un sistema in cui solo una frazione dei depositi bancari deve essere disponibile per il prelievo – rischi che, ironia della sorte, la tecnologia blockchain è stata progettata per evitare.
In un mondo in cui i clienti delle banche non devono più fare la fila alle filiali locali per prelevare i propri fondi e, invece, possono spostare i propri fondi in pochi secondi utilizzando i loro telefoni – e dove il sentimento pubblico può raggiungere livelli frenetici basati su un Tweet – le corse agli sportelli possono verificarsi più rapidamente e frequentemente che in passato.
Un importante scambio di accuse si è sviluppato nei media, con alcuni che sostengono – non per la prima volta – che le criptovalute devono “stare fuori” dalle grandi banche. Rimangono interrogativi anche sulla misura in cui le autorità di regolamentazione bancaria fossero motivate proprio da questo obiettivo. Ad esempio, nella ricerca di un acquirente per l’acquisto di SVB, si vociferava che ad almeno una GSIB (banca di importanza sistemica globale) fosse stato impedito di fare offerte.
Reuters ha descritto i rapporti secondo cui la FDIC avrebbe incluso una condizione specifica per le criptovalute sugli offerenti di Signature, richiedendo che “… qualsiasi acquirente di Signature Bank deve accettare di rinunciare a tutte le attività di criptovaluta presso la banca…”. (Fonte Linklaters)
Sebbene la FDIC abbia negato ciò, non sarebbe la prima volta che un regolatore federale degli Stati Uniti richiede a un aspirante acquirente di interrompere le attività relative agli asset digitali come condizione per l’acquisto di una banca (come il caso di SoFi Technologies).
Impatto sulle stablecoin
Anche Circle (emittente della stablecoin USDC) è stata colpita dal crollo di SVB. Quando Circle ha rivelato la sua esposizione a SVB, USDC, la seconda stablecoin “più grande” del mondo, ha temporaneamente perso il suo ancoraggio al dollaro USA, scendendo al minimo storico di 88 centesimi. Le informazioni al mercato fornite da Circle sembrano essere chiare e tempestive, e, a detta degli esperti, sembra abbiano fornito sufficienti informazioni su dove Circle deteneva i suoi fondi e il suo piano per il futuro, identificando al contempo le potenziali sfide future. Sebbene la risposta del mercato a tale trasparenza sia sembrata negativa, il depegging alla fine è stato risolto.
A differenza del disfacimento di Terra/Luna dell’anno scorso, che ha coinvolto una stablecoin algoritmica non supportata, la riserva in dollari USA a sostegno dell’USDC è sempre esistita nel conto e la “perdita” non è mai stata realizzata.
È interessante notare che, nonostante tutte le turbolenze del mercato, la stablecoin di Tether, USDT, non ha mai perso il suo ancoraggio da $ 1.
Alcuni regolatori statunitensi hanno criticato USDT (che, a partire dal 9 marzo, avrebbe superato il 54% della quota di mercato tra le stablecoin), esprimendo preoccupazione per una relativa mancanza di trasparenza riguardo alle riserve di USDT e il potenziale rischio sistemico.
L’esperienza di Circle potrebbe anche influenzare la futura regolamentazione federale degli Stati Uniti. Sulla scia dei crolli di player come FTX, Celsius, Genesis, BlockFi, Three Arrows Capital e Voyager, alcuni ritengono che la legislazione federale relativa ai Crypto Asset si concentrerà, innanzitutto, sulle stablecoin , istituendo requisiti relativi alle riserve (forse richiedendo fiat-backing), informazione e rendicontazione.
Impatto sulla liquidità delle criptovalute
Oltre ad attirare l’attenzione della regolamentazione, i fallimenti di Silvergate, SVB e Signature hanno aumentato l’attenzione del mercato sulle stablecoin e su ciò che le sostiene, sui potenziali effetti a catena per le strutture che si affidano alle stablecoin (in particolare, DeFi e accordi collaterali) e sulla disponibilità delle stesse stablecoin .
In effetti, la scomparsa di entrambe le piattaforme di pagamento in tempo reale SEN e Signet è significativa, perché fornivano il fiat-to-crypto “on ramps” e “off ramps” – 24 ore al giorno, sette giorni alla settimana – tramite i rispettivi servizi di instant liquidity provider.
Le criptovalute continuano a vivere
In effetti, Bitcoin è stato creato in risposta all’ultima crisi finanziaria, con l’obiettivo di evitare situazioni e rischi posti dal prestito a riserva frazionaria. Proprio in risposta alle incertezze nel settore finanziario tradizionale, Bitcoin questa settimana ha raggiunto il massimo in 9 mesi.
Nonostante alcuni definiscano l’attuale crisi bancaria una campana a morto per le criptovalute, altri prevedono che sia il momento di brillare per Bitcoin.
In ogni caso, una cosa è chiara: le criptovalute continuano a vivere.