Analizzando la distribuzione dei token di governance delle dieci principali DAO, scopriamo che, in queste meno dell’1% di tutti i tokenholder ha il 90% del potere di voto.
Ciò ha implicazioni significative per la governance delle DAO. Ad esempio, se solo una piccola parte dell’1% più ricco dei detentori lavorasse insieme, potrebbe teoricamente prevalere sul restante 99% su qualsiasi decisione. Ciò ha ovvie implicazioni pratiche e, in termini di sentiment degli investitori, probabilmente incide sul fatto che i piccoli detentori ritengano di poter contribuire in modo significativo al processo di proposta.
Per un detentore di token di governance, ci sono tre azioni chiave di governance. Votare è semplice: qualsiasi titolare può farlo.
Ma come si fa a creare una proposta? E quanto è complesso approvarla?
In base ai dati che ci fornisce un prezioso rapporto di Chainalysis si deduce che:
Un utente deve detenere tra lo 0,1% e l’1% della token supply per poter creare una proposta.
Un utente deve detenere tra l’1% e il 4% per contribuire in maniera efficace alla sua approvazione
Grazie a questi dati, scopriamo che 10 token holder in una DAO (fino a 10.000 membri), posso – in autonomia – creare delle proposte e approvarle.
Ma allora le DAO sono decentralizzate o no, e una eccessiva distribuzione del controllo è davvero utile?
Nel secondo caso si registrano proposte di basso livello qualitativo e lunghe procedure di approvazione che spesso portano ad un nulla di fatto, impedendo alla DAO di evolvere rapidamente.
D’altra parte una DAO controllata da pochi non è una organizzazione decentralizzata ma solo un soggetto che si rivende come tale.
Un esempio virtuoso di decentralizzazione è certamente quello di Uniswap.
In Uniswap, prima di poter formulare una proposta, è necessario passare due check:
- Il temperature check: una verifica da condurre nell’arco di due giorni per verificare se c’è un sufficiente consenso all’interno della community per modificare lo status-quo. Se tokenholder che detengono almeno 25.000 UNI (il token di governance di Uniswap), votano a favore di un potenziale cambiamento, il temperature check è superato e si passa al secondo check.
- Il consensus check: si passa alla discussione formale che analizza la potenziale proposta. La votazione dura 5 giorni. Se tokenholder che detengono almeno 50.000 UNI, votano a favore della potenziale proposta, il consensus check è superato.
Se entrambi i check sono superati positivamente, si passa alla votazione della proposta ufficiale. La votazione stavolta dura 7 giorni. Se tokenholder che detengono almeno 40 milioni di UNI votano a favore della proposta (e i no rappresentano la minoranza), la proposta si considera approvata e verrà eseguita decorsi due giorni.
Non tutte le DAO funzionano come Uniswap, ma la maggior parte gira su un’infrastruttura simile, utilizzando sistemi di voto come Snapshot e server di chat come Discord. Dream DAO non fa eccezione, sebbene la sua missione e quindi il suo processo di governance sono in qualche modo unici.
Dream DAO è una DAO orientata all’impatto creato dall’ente di beneficenza 501(c)(3) Civics Unplugged e progettato per fornire a diversi Gen Z a livello globale la formazione, i finanziamenti e la comunità di cui hanno bisogno per utilizzare web3 in teoria per scopi benefici.
Il loro processo di governance è gestito dai titolari di SkywalkerZ – NFT che funzionano sia come token di governance che come incentivi per la raccolta di fondi per chiunque sia interessato a donare al programma. Per ogni SkywalkerZ NFT acquistato da un donatore, un nuovo SkywalkerZ è riservato a un futuro Gen Zer che si unisca come membro votante, ricevendo così potere nella DAO senza dover pagare. L’acquirente dell’NFT può fare domanda per entrare a far parte della DAO e diventare anche un membro votante, oppure può lasciarlo allo studente della Gen Z che ha sponsorizzato.
Rimuovendo le barriere finanziarie dal processo di partecipazione alla governance di DAO, Dream DAO consente al suo pubblico di destinazione – i futuri leader della Gen Z – di influenzare il processo decisionale, immergersi nel web3 e “sfruttare positivamente le tecnologie blockchain” (come riporta l’interessante articolo di Chainalysis).
Le DAO coprono l’intero web3.
Governano:
- Protocolli DeFi come Uniswap ($UNI) e Sushi ($SUSHI).
- Club social come Friends With Benefits ($FWB) e Bored Ape Yacht Club ($APE).
- Donatori come Gitcoin ($GTC) e Seed Club ($CLUB).
- Gilde di gioco play-to-earn come Good Games Guild ($GGG) e Yield Guild Games ($YGG).
- Generatori NFT come Nouns (1 NFT = 1 voto).
- Venture Capital come MetaCartel e Orange DAO.
- Enti di beneficenza come Big Green DAO e DreamDAO (1 SkywalkerZ = 1 voto).
- Mondi virtuali come Decentraland ($MANA) e Sandbox ($SAND) .
E altro ancora.
Va comunque detto che la parte più rilevante è sicuramente relativa ai progetti di finanza decentralizzata o DeFi, mentre gli altri progetti (come il gaming, la filantropia, la creatività, i venture capital, gli NFT) rappresentano decisamente la minoranza e il grafico in questo articolo rende chiaramente l’idea.
Va anche detto che pensare di tirare una netta linea di confine tra le DAO operative in ambito gaming, filantropia, creatività, NFT, venture capital o altro, non è spesso semplice. i confini sono mutevoli e spesso gli obbiettivi e i progetti sono intrinsecamente collegati con progetti di finanza decentralizzata. Anche qui, quindi, come per i token, una classificazione è più un esercizio di stile che altro il che rende estremamente sfuggente l’intero ecosistema a fini regolamentari.
Un’altro dato estremamente interessante che esce fuori dal rapporto di Chainalysis è quello relativo alle fonti da cui provengono i contributi alle DAO. Solo il 17,9% sembrerebbe provenire da exchange centralizzati mentre il restante proviene da servizi decentralizzati (tra smart contracts, DEX, lending contracts, ecc.).
Con il diffondersi delle DAO, sono nati gruppi e associazioni che si preoccupano di come inquadrare questo ecosistema al fine di consentirne una ordinata crescita in un quadro regolamentare complesso come quello attuale. Superdao semplifica la creazione di DAO; Snapshot semplifica la governance; e Coin Center è una sorta di lobby che porta gli interessi del settore crypto e DeFi al Senato americano.
Man mano che continuano ad espandersi, sarà interessante vedere cosa possono realizzare, cosa diventeranno e in che misura raggiungeranno il loro obiettivo di decentralizzare la proprietà di Internet.
Una cosa è certa: coloro che si fermano al fenomeno speculativo delle cripto sono dei poveri boomer ai quali dovremmo dedicare un minuto di silenzio.