Studi legali. Arrivano le super boutique
E salgono i fatturati
La classifica dei Top 50 vede ancora in testa Bonelli Erede. Il giro d’affari totale sfiora i 2 miliardiLa crisi economica degli studi legali è alle spalle? Certamente no. Ma qualche segnale confortante inizia ad arrivare quantomeno per gli studi iper specializzati e per le super boutique: il valore del giro d’affari mosso dalle prime 50 insegne attive in Italia nel 2015 sfiora i due miliardi di euro. È quanto emerge dalla quarta edizione della analisi «The Best 50» curata dal centro di ricerca legalcommunity.it che stima l’andamento dei fatturati dei protagonisti del mercato della consulenza legale in Italia. Il podio vede al primo posto lo studio Bonelli Erede seguito da Chiomenti e da Origoni Grippo Cappelli.
In controtendenza
Ma il dato più sorprendente è rappresentato dal valore complessivo dei ricavi generati dal gruppo di testa della comunità legale attiva nel Paese che è stimato in 1,9 miliardi, in crescita del 14,8% rispetto al risultato dell’anno precedente. Si tratta di un vero e proprio balzo in avanti dopo anni (il 2012 e 2013) di sostanziale stasi (-0,4% e -0,2%) e i primi, timidi, accenni di ripartenza (nel 2014) chiusi con una leggera inversione di tendenza (+2,6%). Le ragioni di questo miglioramento sono molteplici ma facilmente individuabili: la ripartenza dell’m&a che ha registrato 520 operazioni per un valore complessivo di 52 miliardi di euro (+4%). In questo ambito, una grossa fetta di lavoro è arrivata dal private equity, anch’esso tornato a macinare big deal. Mentre ad aggiungere ulteriore sprint alla consulenza ci hanno pensato la voluntary disclosure, sul fronte tax, e la gestione delle sofferenze bancarie, i cosiddetti non performing loans, su quello banking & finance.
La terza via
«La novità più evidente — sottolinea Nicola Di Molfetta, direttore di Legalcommunity.it — è che si sta affermando un nuovo modello di studio legale: quello della super boutique che è iper specializzata ma formata da un numeroso organico di professionisti. Fino a poco tempo fa invece si pensava che il futuro dei servizi legali fosse polarizzato: o grandi studi multitasking o piccoli studi iper specializzati. Invece la realtà ci dice che esiste una terza via».Tra i protagonisti del settore, nel 2015, vanno segnalati anzitutto gli avvocati di quelle che si possono definire superboutique. Sono gli studi che contano un centinaio o poco più di professionisti e che vantano una reputazione di altissimo livello nel settore. Il primo della lista, in questo caso, è lo studio Gattai Minoli Agostinelli. La boutique, fondato da Bruno Gattai ha fatto segnare un aumento del proprio giro d’affari pari al 70,8% superando quota 20 milioni di euro alla fine del suo terzo anno di attività. Spostando lo sguardo ai primi dieci studi legali per fatturato, invece, il primato della crescita va assegnato a Legance. Lo studio fondato da Filippo Troisi, Alberto Giampieri, Bruno Bartocci, Alberto Maggi e Giovanni Nardulli, è quello che continua a conquistare fette di mercato nonostante l’impresa, man mano che si salga verso il vertice della piramide del mercato, si faccia sempre più ardua. Nel 2015, l’organizzazione è cresciuta del 16,9% in termini di fatturato, sfiorando i 70 milioni di euro.
Fisco e affari
La practice fiscale e tributaria si conferma strategica tanto per gli studi multidisciplinari quanto per le boutique specialistiche. Non è un caso che tra le prime dieci insegne della Best 50 compaiano quattro dei principali player nel mercato della consulenza con forte commitment sul fronte tax. Tra questi, Kpmg ha registrato il maggior tasso di crescita (16%) superando i 73 milioni di fatturato. Mentre la realtà più ricca, sul piano dei ricavi, si conferma Pirola Pennuto Zei che ha raggiunto un giro d’affari di 114,6 milioni. Tra le insegne specialistiche, lo studio Maisto si conferma primo della lista con un giro d’affari di 34,3 milioni (+15,9%). Loconte & Partners, proprio grazie all’accelerazione nel tax propiziata dall’attività di voluntary disclosure è entrato nell’elenco con un giro d’affari di oltre 14 milioni di euro. Dla Piper, invece, si conferma prima insegna internazionale in Italia. La gestione firmata Bruno Giuffrè-Michael Khune archivia un altro anno di crescita (+8,2%) con giro d’affari italiano che arriva a 66 milioni