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Google e la responsabilità del motore di ricerca: un ricorso a Los Angeles

[:it]A cura dell’Avv. Massimo Simbula

2 novembre 2017.

Google ha chiesto ad  un giudice federale della California di bloccare l’esecuzione di un ordine proveniente da un tribunale canadese con il quale verrebbe imposta l’eliminazione dai risultati di ricerca del gigante californiano, in tutto il mondo, dei collegamenti associati ad una società che avrebbe venduto tecnologia apparentemente rubata, sostenendo che se tale ordine dovesse diventare esecutivo, costituirebbe un gravissimo precedente per il motore di ricerca tale da danneggiare la sua attività in futuro.

Margret Caruso dello studio legale Quinn Emanuel Urquhart & Sullivan LLP, legale di Google, sostiene che l’esecuzione negli Stati Uniti dell’ordine proveniente dal tribunale straniero, violerebbe numerose garanzie costituzionali americane e la normativa in materia di responsabilità degli internet service provider per i contenuti postati dai suoi utenti.

La Caruso sostiene che, se si creasse questo precedente, in teoria i tribunali statunitensi si troverebbero obbligati ad accettare ordini provenienti da tribunali coreani o russi (ad es. Google non può permettersi di pubblicare/indicizzare alcun contenuto negativo nei confronti del Caro Leader o nei confronti di Putin)

Equustek, la società che ha avviato il procedimento da cui è scaturito il provvedimento del Giudice Canadese, non si è costituita nel procedimento instaurato in California da Google.

L’azienda non ha inoltre presentato alcuna risposta alla denuncia di Google o qualsiasi opposizione alla mozione preliminare di ingiunzione di Google.

Durante l’udienza di giovedì, il giudice ha chiesto a Google di approfondire la sua tesi e spiegare meglio come l’esecuzione dell’ordine canadese possa compromette la sezione 230 del Communications Decency Act, che esclude la responsabilità del fornitore di servizi internet per i contenuti inseriti dai suoi utenti.

Il Giudice ha anche evidenziato che potrebbe esserci una forma di responsabilità del motore di ricerca che peraltro svolge la sua attività per scopi commerciali.

L’Avv. Caruso ha ribadito che l’esecuzione dell’ordine di un giudice straniero, oltre che essere dannosa per i motivi sopra indicati, sarebbe in chiaro contrasto con il principio di cui al primo emendamento della Costituzione americana.

Rimaniamo in attesa di sviluppi in merito alla decisione del giudice che potrebbe rappresentare un importantissimo precedente in america e nel resto del mondo.

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