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Coronavirus e i coriandoli digitali Statunitensi: il pericolo del Leviatano statunitense

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Con le proposte di legge del Senato americano del 23 marzo scorso, denominate pomposamente “Take Responsibility for Workers and Families Act” e “Financial Protections and Assistance for America’s Consumers, States, Businesses, and Vulnerable Populations Act” la Federal Reserve – la Banca Centrale statunitense – potrebbe utilizzare “dollari digitali” e portafogli digitali per inviare direttamente ai cittadini 1.000$ per ciascun minorenne e 2.000$ per ciascun adulto.
Un Helicopter Money di nuova generazione per evitare le frizioni che si determinerebbero nel passare tramite le banche private, al fine di dare un supporto immediato alle famiglie americane a seguito della grave crisi economica generata dalla diffusione di COVID-19 e raggiungere anche coloro che non hanno conti correnti bancari aperti.
Ed in effetti il sistema bancario americano sta avendo molti problemi nel veicolare il denaro anche in considerazione dell’alta formalità a cui e’ sottoposto colui che richiede il sussidio.
La misura potrebbe essere estesa anche alle piccole e medie imprese destinatarie di prestiti agevolati fino a 10 milioni di dollari
Sembra una bella cosa?
Manco per idea
Iniziamo con l’accattivante definizione di “Dollaro Digitale” sostanzialmente identico in entrambe le proposte di legge.
The term ‘digital dollar’ shall mean a balance expressed as a dollar value consisting of digital ledger entries that are recorded as liabilities in the accounts of any Federal Reserve bank; or an electronic unit of value, redeemable by an eligible financial institution (as determined by the Board of Governors of the Federal Reserve System).
Quindi niente di innovativo.
Nulla a che vedere con crittografia o criptovalute. Solo un excel grande grande. Per giunta gestito dallo Stato.
Lo Stato inizierebbe quindi a stampare digitalmente dal nulla (out of thin air), unita’ di conto digitali, tante unita’ di conto digitali, convertibili in dollari, per un colossale ammontare: circa 1-2 trilioni di dollari per garantire a ciascun cittadino americano subito 2.000$ e poi 1.000$ (credo mensili) fino alla fine del coronavirus negli States e, attenzione, per i 12 mesi successivi.
L’albero della cuccagna.  E un rischio invasione di coriandoli digitali
In realtà e’ da tempo che si narra di fantomatiche criptovalute di stato o valute digitali di Stato.
Nel giugno 2018 Morgan Ricks, John Crawford e Lev Menand, professori alla Vanderbilt Law School, Columbia University e University of California, hanno prodotto un paper nel quale evidenziano tutti i vantaggi di un dollaro digitale di Stato, di fatto promuovendolo.
Peraltro ad Aprile (circa un mese dopo le due buffe proposte di legge sul dollaro digitale) riecco alcuni senatori americani che, credendo di avere trovato la soluzione a tutto, propongono la tecnologia blockchain per supportare il dollaro digitale. Insomma riecco la famigerata criptovaluta di stato.
Pensare che uno Stato possa emettere e/o gestire una criptovaluta e’ una evidente contraddizione in termini almeno per chi sa come funziona la soluzione inizialmente proposta nel paper di Satoshi Nakamoto.
L’assenza totale di innovazione la possiamo peraltro dedurre dal fatto che una soluzione di questo tipo (anche se non includeva aspetti digitali ovviamente) ricalca come architettura il Chicago Plan del 1930 finalizzato a dare immediato stimolo all’economia americana devastata dalla grande depressione, iniettando direttamente nelle tasche dei cittadini dollari nuovi di zecca su conti correnti aperti direttamente presso la banca centrale (la FED).
Ebbene, anche il Chicago Plan fu rigettato per gli stessi motivi per cui dovrebbe essere rigettato il piano del dollaro digitale.
Un inquietante controllo dello Stato sulle spese dei cittadini e sulla loro vita più di quanto gia’ non accada oggi.
Un gigantesco leviatano che, sempre piu’ affamato di centralizzazione e controllo, gestisce l’intera filiera economica e bancaria del Paese.
Mi spiego meglio: il piano del dollaro digitale cosi’ come a suo tempo il Chicago Plan, non e’ esente da benefici.
Ma si rischia di “politicizzare” definitivamente l’intero sistema finanziario.
Come detto in un interessante articolo pubblicato il 2 maggio su Coindesk, eliminare gli intermediari bancari rischia di dare in pasto le vite, abitudini e consumi dei cittadini, al Leviatano di Washington.
Un Governo può dare ma anche prendere con facilita’ se ne ha la possibilità.
In questo modo con un click il Governo potrebbe avvantaggiare aziende simpatizzanti o sostenere quelle che sono in linea con le sue scelte politiche o peggio negare fondi a quelle aziende che non sono allineate.
Pratichi l’aborto nella tua clinica? Niente fondi perché siamo repubblicani.
Vendi armi? Niente fondi perché siamo democratici.
Ma ancora peggio, ogni debito o credito sarà registrato in un conto della FED. Saresti completamente nelle mani dello Stato.
Inoltre l’assenza di un limite all’emissione di dollari digitali rischia di condurre in breve ad una iperinflazione e a poco conta l’assicurazione della FDIC sui singoli conti correnti bancari.
In conclusione.
Gli Stati Uniti furono fondati non senza timore da parte dei singoli Stati verso l’autorità centrale.
Nel creare federalismo, i Padri Fondatori americani ben sapevano che era meglio stimolare una competizione interna tra Stati anche se ciò significava rinunciare al potere centrale assoluto.
Ora negli Stati Uniti esiste un federalismo finanziario in cui le banche sono in grado di competere tra loro per fornire i migliori servizi.
Una banca nazionale con poteri e risorse praticamente illimitati è un enorme deterrente per il libero mercato e una tentazione ancora più grande per gli autocrati.
Il potere è allettante.
Dice l’articolo di Coindesk sopra citato: “Il pensiero di un “Crypto Czar” con una manciata di nuovi uffici e titoli fantasiosi attirera’ sicuramente repubblicani e democratici che vogliono mettere in scena le proprie visioni del dollaro digitale
Portandoci verso un mondo distopico
Ma il potere non dovrebbe mai essere fine a se stesso.
Sebbene possa sembrare confusa, burocratica e disordinata l’economia di mercato produce un sistema robusto e ordinato in grado di reagire anche ai virus più mortali al fine di allocare in modo efficiente le scarse risorse della società.

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