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Diffama un giudice su un giornale: per la CEDU rientra nella libertà di espressione

[:it]La Corte di Strasburgo, con sentenza 8 novembre 2018, n. 2782/12, ha ritenuto violato l’art. 10 della Convenzione EDU che tutela la libertà di espressione. in relazione ad un caso riguardante la libertà di stampa, in cui si discuteva della legittimità della condanna inflitta ad un editore di una rivista settimanale per aver pubblicato sul proprio giornale un articolo con cui si rivolgevano critiche all’operato di un giudice.

Il ricorrente, un editore di un periodico, si era lamentato della decisione del tribunale che lo aveva dichiarato colpevole per aver diffamato un giudice, condannandolo a pagare oltre 6.000 euro di danni.

La decisione si riferiva ad un articolo che il ricorrente aveva pubblicato in cui si rivolgevano critiche al giudice per aver partecipato ad una festa, nonostante l’esistenza di un potenziale conflitto di interesse e per aver emesso un mandato di perquisizione ingiustificato.

La Corte ha rilevato che, salvo in caso di attacchi gravemente dannosi e infondati, è consentito criticare il sistema giudiziario.

L’articolo aveva riguardato una questione di interesse pubblico, vale a dire il funzionamento di quel sistema, e, sebbene caustico, non era stato offensivo.

Il modo in cui era stato scritto non era quindi incompatibile con il diritto alla libertà di espressione ai sensi della Convenzione europea. Inoltre, il risarcimento dei danni era eccessivo, ciò che potrebbe, secondo la Corte, scoraggiare una discussione libera ed aperta su questioni di interesse pubblico.

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